A cosa serve il sardo?

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“A cosa serve il sardo?”

Durante la campagna elettorale, stranamente, si svegliano tutti, anche perché serve ai politici di far finta di avere ancora il contatto con la gente. Politici che non conoscono il sardo e che se ne fregano altamente del sardo, iniziano a riempirsi la bocca con ‘l’importanza della lingua sarda’. Appena poi finiscono le campagne elettorali, finisce anche l’interesse per la lingua sarda da parte dei politici.

Almeno, questo dimostra che hanno capito che qualche votatore ci tiene al tema.

Fanno i furbi, parlando d’identità e di cultura e tradizioni… cosas chi issus ant gei scadesciu o mai imparau…

Un altro problema che esiste però, sono gli ignoranti che ancora non hanno capito “a cosa serve il sardo”. E poi ci sono altri ignoranti che ripetono roba di semi-sapere che hanno letto da qualche parte e che se ne escono fuori con frasi semi-ignoranti come:

“Un bambino bilingue è più intelligente” o “Il bilinguismo fa bene allo sviluppo cognitivo di un bambino”.

E a nai semperi is proprias cosas torro; La linguistica è e rimane una scienza. Entriamo allora un attimo in un discorso più profondo.

In questi giorni stavo seguendo una discussione in un blog. Come al solito, ovviamente, si è discusso poco e niente sul tema dell’articolo postato, ma si è aperta un altra discussione. Succede sempre perché ai sardi piace di poi alla fine dichiarare chi fosse il più grande fascista della situazione.

Ci sono quelli che dicono che sarebbe und atto fascista di non inserire il sardo nelle scuole, visto che anche ai sardi gli è stato tolto il sardo dalla bocca, lingua tagliata ecc… e gli altri che dicono che sarebbe un atto fascista inserire il sardo nelle scuole come materia obbligatoria perché facendo questo, non saremo meglio degli italiani.

Certamente, coloro che non vogliono che s’insegni il sardo come materia obbligatoria nelle scuole, sono di solito i pochi monolingui italiani di Sardegna. Scrivo appositamente “pochi monolingui” perché la maggior parte della gente che pensa di essere monolingue, non lo è.

Quasi ogni sardo ha almeno una piccola conoscenza passiva del sardo. L’ho avuta io, essendo nata e cresciuta in Germania, solamente perché ogni anno d’estate ero in Sardegna per 6 settimane a casa di nonni e zii.

Ogni sardo (e anche italiano) conosce l’Italiano Regionale di Sardegna o anche L’italiano Popolare di Sardegna, varietà d’interferenze, cioè varità linguistiche con forti o meno forti interferenze del sardo. E questo su tutti i livelli; la pronuncia, il lessico, la morfologia e la sintassi.

La tesi che i sardi parlino il miglior italiano dopo i toscani è un assurdità. I sardi al massimo si fanno capire meglio degli altri italofoni, ma la maggior parte dei sardi parla l’italiano Regionale di Sardegna o l’italiano Popolare di Sardegna.

Siamo in una situazione laddove due sistemi linguistici sono in contatto tra di loro (in una diglossia verticale).

Insandus? Bolit nai ca pagu genti in Sardinnia chistionat s’italianu cumenti “is toscanus”, antzis, donnia borta candu unu sardu aberit sa buca, is italianus ddu sciint ca est sardu.

“A cosa serve il sardo?”

Questo fenomeno, il fenomeno di inserire materiale linguistico da una lingua all’altra, è spesso un problema d’istruzione.

I bambini sentono a casa come prima lingua 1) il sardo, 2) l’italiano Popolare di Sardegna, 3) l’italiano Regionale di Sardegna, poi arrivano a scuola e lì si parla l’italiano “standard” come L2.

Ciò che può nascere in 1) e 2) è una forma di semilingualismo, il bambino non parla bene ne l’italiano e neanche il sardo. Certamente, alcuni ragazzi hanno avuto la vera fortuna di sentire a casa solo il sardo e a scuola solo l’italiano e sono riusctiti ad essere “perfettamente” bilingui, ci sono… ma presumo che siano pochi. Qui, spesso il bambino ha stabilito come prima lingua (lingua dominante) il sardo e poi è stato in grado ad arrivare ad un buon livello d’italiano.

Nel caso 3), il bambino di solito stabilisce anche una lingua “dominante” che sarebbe l’italiano Regionale di Sardegna, con poche interferenze del sardo, e come seconda lingua parla e capisce bene il sardo. Di solito questa gente da grande può arrivare ad un buon livello di italiano quasi standard e di sardo, ad un blilnguismo “perfetto”, come coloro descritti più su.

E poi ci sono quelli che già a casa sentono un Italiano Regionale di Sardegna quasi standard (magari avendo anche un genitore taliano). Di solito i più vantaggiati a scuola che poi si laureano con voti buoni e che poi vanno all’università, ovviamente allontanandosi sempre di più anche di quel pochissimo sardo che conoscevano.

Questo ci porta a 2 conclusioni:

1. I bambini che stabiliscono pienamente una lingua dominante e che riescono a distinguere i due sistemi linguistici, possono arrivare ad un bilinguismo “perfetto”.

2. I bambini che hanno poco contatto con il sardo, diventano quasi “perfettamente” monolingui in italiano.

Allora cosa è successo nella storia? La soluzione geniale di alcuni intelleigentoni è stata, invece d’insegnare entrambe le lingue e far capire al bambino che si tratta di due sistemi linguistici diversi, si è continuato quel percorso d’ignorare il sardo a scuola proprio per evitare che i bambini parlassero male l’italiano.

Imbecis, cumenti bieus no at portau a setiu… una parti manna de is piciocus sardus chistionant ancora mali su sardu e s’italianu.

Il secondo caso come vediamo non ci ha portato da nessuna parte, la maggior parte dei sardi e bambini sardi parlano ancora male l’italiano. Certamente, si può continuare a non insegnare il sardo e avere altre due generazioni con semi-parlanti che mischiano entrambe le lingue, fino a quando il pieno language shift (passaggio dal sardo all’italiano) sarà compiuto e segue il language death (morte del sardo).

Il problema è che fino a quando occorre questo, la Sardegna sarà distrutta psicologiamente ed anche economicamente perché la piena intelligenza di sardi, verrà ridotta a quei quattro gatti che parlano quasi perfettamente l’italiano.

Ecco. E qualcuno dirà … “Ma scusa … in questi casi, i genitori potrebbero scegliere nelle scuole il sardo come materia facoltativa, invece di imporrla come materia obbligatoria.”

Anche qui nascono però altri problemi.

Come s’inserisce questa materia, il sardo? Come lingua “straniera”? Questo al livello identitario farebbe un danno. Inserire la lingua dei nonni a scuola come “lingua straniera” è ridicolo, e distrugge la “scuola impropria”.

Ancora peggio, se i genitori possono scegliere tra sardo e un altra materia, secondo me, pochi sceglierebbero il sardo perché nessuno  spiegherà bene ai genitori “a cosa serve il sardo.” Scusate, ma se la maggior parte dei genitori delle ultime generazioni avesse pensato a favore del sardo, non saremo in questa situazione.

“A cosa serve il sardo”?

Ciò che tanti dei nostri amici “monolingui” e “linguisti di domenica pomeriggio” che conoscono solo ed esclusivamente l’italiano quasi standard di sardegna, non sanno e che non possono sapere, visto che non sono bilingui, è che il bilinguismo è una cosa bellissma anche per l’essere umano e il suo mondo di vedere e percepire le cose.

Alcuni concetti non esistono in italiano… un altro argomento dei nostri amici “monolingui” è sempre: “In sardo non si può dire quello che si può dire in italiano”. Lampu… ! Hanno proprio scoperto l’America con quest’affermazione. Ma si sono mai chiesti quante cose non riescono a dire perché non si possono dire in italiano, ma in sardo? Che ci sono concetti unici in sardo che ci spiegano il passato e il modo di pensare dei nostri avi.

Uno dei miei esempi più carini, anzi, un esempio che ho rubato da un mio amico, è “barrigadu”, “fra tre giorni”. In italiano questo concetto non esiste… certamente possiamo dire “fra tre giorni”, ma non abbiamo una parola per dirlo. O il doppio concetto di “tziu / tzia” anche se non si tratta di parenti, ma per esprimere una certa simpatia e rispetto. O perché in sardo esiste il singolare collettivo, di dire “innoi est prenu’e musca”? Perché settembre nelle altre lingue deriva da “sette” (visto che nel calendario latino era il settimo mese) invece in sardo la parola rispecchia “l’inizio dell’anno”.

E pur troppo sono troppo ignorante per trovare altri esempi, ma basta leggersi le varie grammatiche di sardo per capire com’è il sardo e com’è l’italiano e paragonarli. Se questo si facesse a scuola, i bambini potrebbero imparare varie logiche e vari modi di pensare “in lingua”, in lingua diversa… così s’impara anche di accettare cose “anomale” di altre lingue… ciò che tanti cercano di dire quando dicono:”I bambini bilingui sono più intelligenti”.

I bambini non sono più intelligenti, ma hanno imparato che la realtà non è per forza collegata ad una lingua e questo aiuta molto ad imparare altre lingue e staccarsi più facilmente da concetti stretti. Per esempio, nella mia classe imparando il latino, una bambina mezza russa non ha avuto il problema che in latino non esista l’articolo, siccome in russo non esiste neanche, mentre i bambini monolingui in tedesco, l’hanno avuto. Io invece l’ho accettato abbastanza velocemente che non esiste l’articolo, paragonato ai bambini tedeschi monolingui, siccome ero abiutata che le lingue sono diverse e che alcune cose in altre lingue sono “normali”… per esempio in tedesco non si può ommettere il pronome come in italiano.

“A cosa serve il sardo?”

Qualcuno adesso dirà… “Mahhh a chi interessano i concetti antichi di una civiltà antica che sta scomparendo?”

Aspeta pagu pagu … Il sardo aiuta molto ad imparare altre lingue, persino lingue così “difficili” come il tedesco. L’ho scoperto l’anno scorso, quando ho dato un corso di tedesco ad emigrati sardi.

Le persone che conoscono il sardo, anche solo passivamente, ma più lo conoscono meglio è, imparano meglio il tedesco. Faccio solo alcuni esempi, ma in ogni lezione ne scoprivo altri.

Al livello di pronuncia, il repertorio del sardo è assurdo. La cosa più affascinante è che i sardi tra di loro sono anche in grado di scimmiotare anche altri sardi nelle loro pronuncie.

In tedesco, la fricativa palatale sorda (che esiste anche in inglese, norvegese e greco), esiste anche in alcuni dialetti sardi. Una delle parole più difficili per gli italiani è ICH (Io in tedesco). Gli italofoni di solito la pronunciano /ik/, invece i sardi la pronunciano bene, anche se a volte gli esce fuori una laterale fricativa… meglio degli altri rimane. I sardi sono abiutati di pronunciare la -tz- all’inizio di una parola. “tzilleri”, in tedesco la parola “zucchero” si pronuncia /tsuka/, gli italofoni spesso non ci arrivano.

In tedesco (così come in quasi tutte le altre lingue) e qui l’italiano è anomalo, nelle domande c’é un inversione, anche se quella in sardo è diversa da quella tedesca perché in tedesco e in inglese si sposta il verbo.

Est andendi a domu? A domu est andendi?

Sta andando a casa. Sta andando a casa?

Er geht nach Hause. Geht er nach Hause?

Il tedesco (e l’inglese) sono lingue analitiche. Il futuro si forma con un verbo.

Apu a fai

Farò

Ich werde machen.

Sono sicura che queste cose si possano verificare anche per altre lingue. Suoni nasali del campidanese aiutano in francese e portoghese. Il lessico sardo aiuta in spagnolo e portoghese e persino in greco e anche in altre lingue.

“A cosa serve il sardo?”

A far uscire i sardi dall’isolamento e aprirsi verso l’Europa.

Incontro con Ugo Cappellacci

20130729_123455Volevo scrivere un articolo, ma non sono una giornalista, volevo scrivere una critica, ma non me ne intendo tanto di politica, volevo scrivere una storia, ma non sono scrittrice. Sono semplicemente una ragazza, figlia di una mamma sarda, nata e cresciuta in Germania, laureata in romanistica, specializzatea in sociolinguistica e molto sardofila. Cosa rimane? Scrivere ciò che ho visto e ciò che penso. La cosa più importante nella comunicazione, secondo me, è l’autenticità di messaggi e testi.

Il mio dilemma è che: se parlo male delle tre giornate che ho svolto con Ugo Cappellacci e i suoi accompagnatori, sarò il solito Bastian contrario di sinistra che vuole parlare male di Berlusconi e il PDL e che ha cercato di trovare ammarolla il pelo nell’uovo. Se dico delle cose positive sarò la stupidina che si è lasciata ingannare dallo show e le promesse dei politici. Se taccio, è come se non ci fossi stata e non soddisfo le persone che mi hanno eletto a rappresentarli anche in queste occasioni.

Allora ho deciso di scrivere semplicemente qui nel mio blog, poco ufficiale, ma abbastanza seguito, scrivo nel mio italiano terribile e troppo volgare, nel mio modo ingenuo di vedere le cose, nel mio modo caotico e allungandomi troppo. Ma non me ne sbatte niente. Chi lo legge, lo legge, chi non lo legge… legge altre cose.

Allora, cosa è successo? Ho incontrato l’attuale presidente della Regione Autonoma Sarda, Ugo Cappellacci, e la delegazione che l’ha accompagnato a Monaco di Baviera. Per una semplice coincidenza alla fine ero insieme a loro tre giorni. Ho cercato di essere politicamente neutrale, presidente di Circolo e delegata della Federazione.

Ma sono Berlinese, sono tollerante, aperta, multiculturale, emancipata e di sinistra…. Non parlerò tanto della mia opinione politica privata, ma vi dico che sono di sinistra. Fino ad un paio d’anni fa votavo il Partito del Socialismo Democratico in Germania, in Italia voto sempre l’opposizione di Berlusconi e il PDL no mi praxit po nudda, antzis… no ddu potzu biri…

Aggiungo che ogni pezzo di pane a casa nostra, l’ha guadagnato mia madre con le proprie mani. Sono cresciuta nella “working class”, in un quartiere che ha il sopranome “Isola rossa“ perché era il quartiere dei lavoratori . I miei amici sono di sinistra, communisti, indipendentisti ed anarchisti…

… e cosa succede… mi ritrovo tre giorni con “il figlio del commercialista di Berlusconi“…

Ma vediamo come l’ho passata…

La Delegazione era composta da:

Ugo Cappellacci  (Presidente della Regione Autonoma Sarda)

Mariano Contu (Assessore Lavoro)

Angelo Stochino (Consigliere)

Efisio Planetta (Consigliere)

Anronello Peru (Consigliere)

Mariano Mariani (Direttore Gen. Sardegna Promozione)

Raffaele Sestu (Presidente Proloco Sarde)

Sebastiano Sechi (Vice Presidente Proloco Sarde)

Gaviano Sini (Presidente Camere di Commercio Sarde)

Luigi Chessa (Coord. Promocamera)

Lo scopo era d’incontrare i presidenti dei Circoli Sardi in Germania. Questo incontro è stato organizzato dal direttivo del Circolo Sardo di Monaco, in colaborazione con la Federazione dei Circoli Sardi in Germania. In più ci sono stati altri incontri con varie ditte. Imprese che potrebbero essere utili per il futuro sviluppo della Sardegna, per esempio; la Camera di Commercio, l’ADAC, il Goethe Institut, la BMW, vari enti pubblici, gli imprenditori sardi in Baviera e il Console Generale Italiano; Filippo Scamacca del Murgo.

E aggiungo qualche premessa in più, giusto per capirci ed evitare steriotipi del cazzo:

1. Sono stata invitata a quell’incontro come delegata della Federazione dei Circoli Sardi in Germania e come Presidente del Circolo Sardo di Berlino… e ddu apu gei nau in su ateru post… la Sardegna ha votato questa giunta e io rispetto le decisioni dei sardi. Parlerò anche delle future elezioni, così come fanno tutti gli altri (anche se me ne intendo poco, ma forse rispecchio la media con quel poco che so) …

Io so già chi voterò e l’ho detto apertamente già un paio di volte (ho una visione simile a quella di Bolognesu)…

Voto chi mi presenta un programma di standardizzazione della Lingua Sarda. Chi è a favore di chiamare una terza “commissione d’esperti“, per trovare uno standard adatto per tutta la Sardegna. Potrebbe essere la LSC emendata, due standard, tre standard della stessa lingua o non so cosa, questo si dovrebbe vedere. Voto chi presenta un programma per inserire questo standard nelle scuole sarde. Voto chi è a favore di un bilinguismo equilibrato.

Se non lo presenterà nessuno, rimango a casa. Facile… per me la Sardegna e la cultura sarda, le tradizioni sarde, no tenint perunu balori sena sa lingua sarda.

2. La Federazione e i presidenti dei Circoli Sardi in Germania, sono andati a quest’incontro con delle domande concrete e volevamo risposte. Non ci siamo incontrati po papai su porceddu, neanche per stringere soltanto la mano al presidente e nemmeno per farci il viaggio a Monaco (che a tanti costa giorni di lavoro e anche soldi privati, a parte dei postrimborsi per il viaggio).

3. Non volevamo parlare tanto dei problemi in Sardegna. Sappiamo che ci sono dei temi molto importanti come la Zona Franca, L’Inquinamento dell’Isola, la Continuità territoriale, la disoccupazione giovanile e la crisi in generale. Ugo Cappellacci e i sardi in Sardegna conoscono meglio di noi questi problemi.

4. Ovviamente non possiamo ignorare che molto probabilmente questa visita fa parte della “campagna elettorale“ di Ugo Cappellacci e del PDL. Adelasia Divona (Udine) scrive nel suo Facebook:

“Dopo 4 anni e mezzo passati ad ignorare i Sardi emigrati, sono iniziati i pellegrinaggi elettorali d’oltremare. Mi piace ricordare la plateale assenza del nostro governatore al congresso FASI del 2011, gli inviti dei circoli declinati e compensati con le stringate lettere a firma della sua segretaria. Ed ecco che ora si sveglia e pensa di fare promozione partendo per lidi più o meno esotici e un codazzo di consiglieri e assessori a supporto. Nel silenzio della comunicazione istituzionale della Regione Sardegna, il nostro “giornalaccio” ne aveva dato anticipazione già ieri con un articolo di Alexandra Porcu, presidente del Sardisches Kulturzentrum di Berlino, colei che ai tempi dell’istituzione del Sardinia Store di Berlino aveva aspramente criticato il mancato coinvolgimento del circolo nella realizzazione della vetrina sarda (affidata peraltro a un gestore siciliano…). Massimiliano Perlato ti prego di invitare Alexandra a scrivere un resoconto della sua giornata con i nostri rappresentanti. Sono convinta che il suo senso critico teutonico ci renderà obiettivamente conto di questa sorprendente attività promozionale (sua o dell’isola???) sul filo di lana delle elezio“

Finite le premesse.

Ugo Cappellacci (e crew) prima di venire in Germania è stato a Buenos Aires per consegnare la madonnina Bonaria, benedetta dal Papa Francesco, alla comunità sarda di Buenos Aires (dalla quale ha preso il nome). Certamente una storiella molto carina.

In Germania invece ci ha portato un bel giornaletto bilingue (tradotto male e si vede che le cose sono state fatte in fretta), con un superpiano che riguarda l’economia e il turismo del futuro, colaborazioni con i Circoli, coinvolgendo figli di emigrati sardi e così via.

Coincidenze? Fatto a posta? Credo, entrambe le cose… ma non ho neanche voglia di cercare il lupo vestito d’agnello. E se fosse così…? Se Ugo Cappellacci fosse venuto solo per convincere quei quattro gatti che votano in Sardegna? Scusate, stiamo parlando di politica, che cazzo fa un politico?

È una gara. Il più togo, il più bello, il più convincente vince… est diaici

Ciò che a me spaventa un pochino è che nel Wikipedia  italiano trovi sempre la rubrica “accuse e controversie“ quando cerchi politici italiani (e sardi). Le ho lette anche di Ugo Cappellacci, ma anche di Soru. Per ciò, no parlatemi poi di “porcherie” che hanno già fatto…gei ddu sciu.

In Germania lo scandalo più grande di Gerhard Schröder era che non voleva ammettere che si tinge i capelli … e poi a volte ne esce fuori uno che ha scaricato una puttana come macchina di noleggio … o che qualcuno nella tesi di dottorato abbia fatto copia ed incolla da qualche altra parte. 

Allora, cosa si fa?

Si vota l’Arnold Schwarzenegger o il Ronald Reagan della situazione; attori, artisti, comici, scrittori …? gente famosa che ci diverte nel nostro tempo libero?

Votiamo un prete settantenne?

Si continua a votare i soliti politici con il loro passato? (e qui ormai non importa più se parliamo di destra o di sinistra).

Aspettiamo che si presenti una faccina nuova e giovane che le “porcherie” ancora non le ha fatte, ma non si sa mai.

Dato che non ho nessuna risposta e credo che ogniuno abbia la libertà di scegliere secondo i suoi criterie, bisogni e passioni … ripeto che voterò il partito che si occuperà di lingua sarda.

Torraus… Campagna elettorale?

Vediamo anche l’altra parte, giusto per rispondere ad Adelasia Divona.

Efisio Planetta (Psd’AZ) ha fatto un viaggio privato in Baviera qualche mese fa. Per caso è andato al Circolo Sardo di Augsburgo e ha conosciuto la realtà degli emigrati sardi in Germania. È stato lui a proporre questo viaggio a Cappellacci. Questo è stato confermato dalla Vice-Presidente della Federazione dei Circoli Sardi della Germania (Giovanna Cossu) nei suoi ringraziamenti, dicendo: “Planetta ci ha promesso di portar qui il presidente della Regione e l’ha fatto. Devo dire che in questo caso si tratta di un politico che ha mantenuto le sue promesse.“

Ugo Cappellacci non sarebbe stato più intelligente se avesse fatto il suo “pellegrinaggio“ in Italia nei oltre settanta Circoli che ci sono, dato che è molto più probabile che loro vadano a votare? Non lo sappiamo, forse lo farà …

E devo anche aggiungere che Ugo Cappellacci è stato al Circolo Sardo di Madrid 13.01.2010.

E devo anche ammettere che l’anno scorso una delegazione, composta dal allora Assessore alla Programmazione, Giorgio la Spisa, è stata a Berlino per andare all ITB (Borsa Internazionale del Turismo) e per l’inaugurazione del Sardegna Store. La Spisa mi ha contattato e ci siamo incontrati.

Posso dire quello che voglio sul PDL, ma la giunta Cappellacci non ha passato 4 anni ad ignorare i Circoli Sardi. Certmente, si poteva anche fare di più.

Minka, Alexandra… arriva al dunque… !

I temi più importanti per me personalmente erano:

Gli emigrati giovani a Berlino, la Lingua Sarda, il futuro dei Sardegna Store.

Inizio con il quadro generale.

Ringrazio a Pier Luigi Sotgiu (presidente Circolo Sardo di Monaco), Antonello Gaviano (Segretario del Circolo Sardo di Monaco) e Giovanna Cossu (Vicepresidente della Federazione dei Circoli Sardi in Germania) che hanno fatto un opuscolo molto carino con dei riassunti dei pensieri che da anni accompagnano le sedute del Comitato Nazionale e della Federazione dei Circoli Sardi in Germania. Cito un pezzo breve:

“I CIRCOLI SARDI sono per la Sardegna una risorsa e dovrebbero pertanto essere opportunamente valorizzati. Essi possono rappresentare all’estero quell’insieme di ricchezze di cui la nostra Isola è ricca. Qui ci riferiamo a tutte le tradizioni e produzioni tipicamente mediterranee, che destano sempre l’interesse di cittadini stranieri. I Circoli, interagendo con le aziende del territorio di competenza, con le istituzioni locali, con le Camere di Commercio e con le istituzioni rappresentative della Sardegna (regione, province, comuni), dovrebbero svolgere tutta una serie di attività, di cui la Sardegna potrebbe beneficare. A questo fine forniamo di seguito una serie di indicazioni e di scelte organizzative, che consentirebbero ai Circoli di inserirsi efficacemente nel ‘Sistema Sardegna all’estero’.“

Ci siamo riuniti al ristorante Costa Smeralda a Grünwald, Monaco di Baviera. Dopo i saluti, sono intervenuti i presidenti dei Circoli.

Gianni Manca, il presidente della Federazione ha letto il programma ad altra voce, seguito con molta attenzione da Cappellacci e la delegazione.

Alessandro Spanu, presidente del Circolo Sardo di Stoccarda, ha sottolineato che il lavoro che si svolge nei Circoli è di volontariato, per ciò, il lavoro di Associazione inizia quando il lavoro proprio è terminato. L’amore e la passione per la Sardegna però non bastano quando abbiamo l’impressione che per la Sardegna sarebbe meglio se chiudessimo i nostri circoli.

Franco Sogus, tesoriere della Federazione e presidente del Circolo Sardo di Oberhausen, così come Vittorio Cau, presidente del Circolo Sardo di Norimberga, hanno parlato dell’identità, di progetti già svolti negli ultimi anni e di rispetto, toccando anche il tema dei finanziamenti. Cau chiude il suo discorso con la frase: “Noi vi trattiamo così come voi trattate noi“.

Antonio Galistu, il segretario della Federazione ha concretizzato il problema dei finanziamenti che arrivano sempre a Settembre, ricordando che anche in Germania l’anno inizia a Gennaio. Le sedi dei Circoli esistono ancora, grazie ai proprietari delle case e ai soci che anticipano gli affitti. Galistu aggiunge che sarebbe opportuno facilitare la rendicontazione “Se ci date 10.000 Euro e noi paghiamo l’affitto di 12.000, è assurdo che noi vi dobbiamo mandare ogni scontrino.“

Ugo Cappellacci, dopo un resoconto sulla situazione attuale in Sardegna e le cose che stanno facendo e che stanno programmando, ha detto che non sarebbe lì, se non ci fosse l’interesse per i Circoli Sardi nel Mondo. Ha detto che crede molto nelle risorse e le tradizioni. È venuto in Germania proprio per cercare il contatto con gli emigrati che secondo lui sono una risorsa molto importante. Per quanto riguarda la rendicontazione, ci ha dato ragione e ci ha promesso in loco, rivolgendosi direttamente a Mariano Contu, di trovare un modo per facilitarla.

Durante tutti i tre giorni ci sono stati due temi che Ugo Cappellacci ha sottolineato:

“Ripartiamo da noi, dal nostro modo di essere e dai nostri valori… Ed è la qualità della vita il bene più prezioso che possiamo offrire a chi visita la Sardegna … Quella qualità della vita che porta la nostra isola ai primati nella longevità…“ (cit. Die Welt in Sardegna nel mondo, p.4).

In più ha menzionato più di una volta questa pagina: https://www.sardegnasecondote.it/ laddove  sardi possono dire la loro opinione nella pagina web della Regione.

Arriviamo ai temi che interessano a me e che sono comunque anche collegati ai temi precedenti.

Allora, il problema principale dei Circoli è (e questo lo dico io):

I Circoli (singole persone) che vorebbero fare attività al livello di commercio, fatto bene; portare veramente turisti in Sardegna, far conoscere i prodotti sardi nel mondo, parlare con enti all’estero, dovrebbero essere persone pagate perché qui non stiamo più parlando di “volontariato“, ma di lavoro. Ma lì si entra in un conflitto con le leggi legati ai Circoli. Il motivo per il quale avevo rinunciato di lavorare nel Sardegna Store quando me l’hanno chiesto.

Ma abbiamo anche rinunciato a colaborare con il Sardegna Store come Circolo perché non facciamo le cose, con le nostre conoscenze, i nostri contatti e il nostro tempo libero, per altre persone che non sono capaci e che pure vengono pagate.

Ma anche perché una volta ho dato una mano a fare una proposta allo Store (ho sostenuto una richiesta fatta dal Circolo Sardo di Stoccarda) che fu interamente ignorata.

L’avevo detto anche a La Spisa. Questo è un problema. Ho ripreso questo discorso con Angelo Stochino, una persona molto intelligente. Capisce benissimo il mio discorso sul Sardegna Store e anche lui ha ripetuto quello che disse La Spisa. La Spisa aveva anche fatto uscire una legge un anno fa, aggiungendo al bando dei Sardegna Store che gli Store sono a servizio delle Comunità sardi all’estero. Sì, ma cosa significa? Che i circoli possano usare lo spazio, organizzare e  fare il lavoro della gente che viene pagata? La possiamo girare come vogliamo, torniamo sempre allo stesso discorso.

Non possiamo fare nient’altro? Io speravo che lo Store chiudesse, che lo facciano chiudere, visto che non segue il bando, e che la comunità sarda di Berlino proprio esce da questo bisu malu. Imbecis, no est diaici…

Mariano Mariani ha sottolineato che comunque c’è il contratto che finisce a Marzo dell’anno prossimo e che il progetto Sardegna Store è della giunta Soru (E pur troppo è vero). Se cercano di “buttare fuori“ la ditta siciliana, romana o chi si ricorda cos’era, la ditta può denunciare alla Regione Sarda.

Cosa si potrebbe fare allora? Come rimediare i danni già fatti? Rimediare il “niente” che si è svolto in quello Store, uno Store che non ha neanche una pagina web? Il più grande spreco di soldi pubblici. E vi dico che nell’Assessorato alla Programmazione non sono d’accordo tra di loro. C’è gente che pensa che vada bene così com’è lo Store, gente che ha anche ignorato la proposta del Circolo Sardo di Stoccarda ed altri come Angelo Stochino che invece ha una visione che

“prevede di portare le ‘Oasi Sardegna’ in tutto il mondo. Si tratta di strutture dinamiche che potranno essere dislocate in ogni città del pianeta … all’interno delle ‘Oasi Sardegna’ potranno lavorare i sardi emigrati e i loro familiari, ma anche i tanti giovani laureati sardi che da tempo aspettano un’opportunità di lavoro sfruttando le tante risorse che la nostra Regione offre.“ (Ibid. 10).

Cosa ci dice questa cosa (oltre “vota a me e ti do lavoro (e anche ai tuoi figli)“)?

Sarebbe comunque una risposta al mio tema e la mia domanda: Cosa facciamo con i ragazzi a Berlino (ed altrove) stralaureati che stanno lavando piatti e facendo i babysitter e così via? Cosa rispondo ai ragazzi che mandano email a me e agli altri membri del mio direttivo. Ragazzi, intere famiglie, che stanno cercando casa e lavoro in Germania? L’idea in se è una figata, se si fa bene ovviamente e se non è solamente un punto nel programma di “campagna elettorale“.

Ma torniamo anche alla domanda… perché cazzo stanno emigrando ancora? Perché già a quanto pare la Sardegna e l’Italia (e la Sardegna nolens volens fa parte dell’Italia) è stata malgovernata da tanto tempo. Perché le persone normali si sono rotti i coglioni di cosa succede in Italia… infatti della non trasparenza, le facende sotto tavola, contratti e promesse non mantenute, dell’ ipocresia, delle facende di mafietta, il nepotismo … e la NON-meritocrazia.

Ecco. Detto questo. Arriviamo al problema dei Circoli che non hanno nessun interesse di diventare delle ‘Oasi Sardegna’ che però nel loro piccolo fanno attività da 50 anni. Gente che non ha le capacità tecniche e neanche dei giovani interessati. A parte il fatto che i figli di emigrati di solito sono integrati benissimo nella società dove vivono. Avremo Circoli di serie A e circoli di serie B? Ci porterebbe alla capitalizzazione dei Circoli? Questo tema va rispreso con l’Assessore al lavoro, Mariano Contu (che parla un ottimo sardo) e con il quale ho ripreso il discorso della legge del 1991 per i Circoli. Gli ho anche detto che ormai ho palle piene, visto che è già il settimo Assessore che ho visto da quando faccio parte del Circolo, ma devo anche dire che è il primo Assessore che ha parlato con me e Alessandro Spanu direttamente e che ha cercato il dialogo face to face con noi giovani presidenti di circoli.

Lascio aperto questo discorso.

Devo dire che Angelo Stochino e Mariano Mariani e anche altre persone della delegazione mi hanno dato l’impressione di prendere sul serio la situazione e che fossero veramente interessati nel cambiare le cose. Ho fatto discorsi lughissimi sulla Germania e Berlino con Antonello Peru. Non mi piace il PDL, ma non significa che tutte le persone che fanno parte di questo partito siano dei coglioni o genti mala.

I lupi vestiti d’agnelli? Non lo posso credere… sarò ingenua, ma non stupida.

A parte il fatto che non tutte le persone della delegazione fanno parte del PDL. Ho apprezzato soprattutto la presenza del presidente e del vicepresidente delle Proloco in Sardegna, Raffaele Sestu (che racconta fisso barzellette in sardo) e Sebastiano Sechi (una persona molto brava). I discorsi con i ragazzi della Camera di Commercio erano molto interessanti. Gaviano Sini e Luigi Chessa mi hanno aperto un mondo fino adesso sconosciuto.

Ecco, arriviamo a ciò che mi chiedono tutti…

che tipo è il presidente della Regione Autonoma Sarda?

Apu nau ca apu a chistionai cun issu in sardu. Ovviamente non l’ho fatto. Solo qualche frase. Lui ha letto l’articolo nel mio blog. Il sardo già lo capisce… a volte gli scappano le frasi in sardo, ma non tanto … i suoi genitori sono d’Iglesias, ma presumo che a casa parlavano molto l’italiano… e ovviamente la lettera a Monti in LSC gliel’aveva scritta Beppe Corongiu.

Per una semplice coincidenza (non c’erano abbastanza macchine) ero in macchina con lui. Tornando da questo Grünwald che dista 45 Minuti in macchina da Monaco gli ho fatto un lungo discorso sulla lingua sarda.

Certamente gli ho detto che i bambini bilingui sono molto più vantaggiati ad imparare altre lingue, non solo le lingue romanze. Il bilinguismo equilibrato aiuta non solo ad imparare il sardo, ma anche a imparare bene l’italiano. Separare i due sistemi linguistici eviterebbe le interferenze tra il sardo e l’italiano (Bolognesi magari aggiungerebbe che potrebbe abbassare il numero die disoccupati perché aiuterebbe alla scolarizzazione). Rafforza l’identità e il contatto con i nonni ed altri sardoparlanti.

Poi gli ho detto che per fare questo ci vorrebbe uno standard (o due) che venga inserito nelle scuole sarde. Che però non può essere la Limba Sarda Comuna (LSC). Cappellacci ha ammesso di essere troppo ignorante in materia e che vorrebbe una relazione tecnica (come lo chiama lui) sulla attuale situazione della lingua sarda.

Aggiungo che ho detto chiaro e tondo che io non mi permetterei mai di “fare la lingua“, ma di consigliare come si dovrebbe procedere con la standardizzazione. Lo faccio a gratis, non sto cercando lavoro. Questa relazione la riceverà in questi giorni.

No, non mi sento toga … o particolarmente considerata e non è questo il motivo per il quale Ugo Cappellacci mi piace come persona, anche se ovviamente il politico e la persona sono la stessa cosa.

Ugo Cappellacci è un uomo molto bello (scusate che ho un debole per uomini belli), alto, carismatico e affascinante. Lui ascolta, forse non gliene sbatte niente di quello che dici, ma ascolta e fa domande. Ovviamente gli fanno fare dei corsi ai politici come si devono comportare per farsi voler bene da tutti…ma Ugo Cappellacci sembra di essere molto autentico e umile. È molto tranquillo e ti guarda in faccia. Non ha paura di persone, parla con tutti. Ha fatto tutto il programma organizzato dal Circolo, era interessato (o almeno ha fatto finta di esserlo). Ovviamente prevalentemente era interessato nelle cose che riguardano l’economia.

Sinceramente… lo volevo arrogante, lo volevo come Berlusconi, che lascia aspettare la gente, che si addormenta mentre parli, che risponde al telefono durante la riunione … ma nudda…

Ma come ho già detto, le votazioni sono una gara.

Come ho già detto, vince chi fa il miglior show, vince chi convince la gente. Chi dimostra di essere umile, coraggioso e forte. Uno che da l’impressione che possa migliorare la situazione che possa cambiare le cose, che trasformi la Sardegna in un posto felice.

Gli mando tra qualche giorno il resoconto sulla lingua sarda e la mia opinione su che cosa si dovrebbe fare per arrivare agli obbiettivi da me menzionati. Cappellacci ha promesso di leggerlo, anche se si tratta di 10 pagini. Vediamo se lo farà o magari se lo legge la segretaria e gli fa il riassunto… non si sa mai.

Per quanto riguarda il Sardegna Store devo parlare con i membri del mio direttivo e prenderemo una decisione.

Non voterò mai il PDL e con questo escludo automaticamente votare Ugo Cappellacci…

ma ho imparato che Ugo Cappellacci non è il “figlio del commercialista di Berlusconi”

ma che il commercialista di Berlusconi è il padre di Ugo Cappellacci.

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